P.

P.

Un marito, due figli bambini, un buon lavoro, una bella casa…una famiglia: io come in disparte da questo fluire, come bloccata sul bordo della vita, ‘astratta’, estranea, non solo con gli altri ma anche con me stessa.
Quasi alla soglia dei quarant’anni, una nuova realtà mi viene incontro, mi affascina, mi attrae nella sua bellezza e forza di provocazione. Suscita domande.
Sopraggiunge, lungo i mesi, gli anni, un profondo disorientamento esistenziale, ogni punto di riferimento traballa, ogni verità pare frantumarsi e una grave ferita – quella della fiducia delusa – mi lacera dentro. Quasi a togliermi il respiro.
Avverto forte in me l’urgenza di un ascolto ‘al femminile’. Un ascolto serio, attento, libero. Lo ricerco con pazienza e determinazione…ricordo una donna che qualche anno prima, in un incontro occasionale, aveva lasciato in me una certa ‘impronta’ e così la contatto. In tale contesto ho modo di approcciare il coaching, un metodo completamente nuovo e per me sconosciuto. Comincio un percorso nel quale mi sento guidata e accompagnata da una mano esperta, ‘professionale’. Una mano ‘ferma’, stabile, un appoggio sicuro che mi richiama e sollecita continuamente a guardare la realtà con sguardo oggettivo.
Poco a poco, attraverso un processo graduale e costante di scavo interiore, comincio a districare la complessa esperienza che mi riguarda, a riconoscere la confusione che mi circonda… a diseppellire in me la voce della mia coscienza, quella voce che non sentivo più risuonare oramai da molto tempo.
 
Un’ esperienza di crescita e maturazione umana – il coaching con Selene – per me altamente significativa che mi ha ‘educata’ – in un periodo di profonda crisi esistenziale – a ‘riconnettermi’ con la vita, con l’altro ma soprattutto con l’io. A scegliere quale relazione voglio intessere con me stessa e quindi con l’altro. A cambiare, orientare diversamente la mia postura. Ad amarmi.

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