#2. Sapere di non sapere

#2. Sapere di non sapere

Se qualcuno si chiedesse:
«Ma io che non ho mai studiato o letto molto… potrei essere una filosofa?»

La risposta sarebbe: «Sì! Certamente! Puoi esserlo e diventarlo!».

Chi è infatti una filosofa?

È una persona che sa-di-non-sapere.


Una persona che sa (o crede di sapere) tutto, non può essere filosofa. Non sarebbe spinta a cercare nulla. Sarebbe ferma.
D’altra parte nemmeno una persona che non sa niente, nemmeno di essere ignorante, sarebbe una filosofa. Infatti ignorando che non sa, non si muoverebbe alla ricerca, alal conoscenza. Non desidererebbe conoscere.

Solo una persona cosciente di non sapere, si muoverà alla ricerca, sarà curiosa di conoscere di più e meglio, sarà desiderosa di farsi una idea più precisa di quello che crede o sa.

Ecco come commentava Socrate l’oracolo che avrebbe detto che non vi era uomo più sapiente di lui:

«Io, o Ateniesi, per nient’altro mi sono acquistato questa fama, se non per una certa sapienza. Ma quale sapienza? Forse una sapienza umana. Un mio amico una volta, andato a Delfi, osò interrogare l’oracolo e domandò se ci fosse qualcuno più sapiente di me. Ebbene, la Pizia rispose che più sapiente non c’era nessuno. Io, udito ciò, cominciai a pensare così: «Che cosa mai intende dire l’oracolo e che cosa mai significa il suo enigma? Perché, quanto a me, so bene di non essere sapiente né molto né poco. Che cosa dunque vuol dire, quando afferma che io sono il più sapiente? Che menta non è possibile, perché non gli è lecito». E per lungo tempo rimasi in dubbio che cosa mai volesse dire. Poi, molto a malincuore, cominciai a cercare il significato delle sue parole in questo modo: me n’andai da uno di quelli che sembrano sapienti, fiducioso di potere almeno così dimostrare l’errore dell’oracolo e dire chiaramente al responso: «Quest’uomo è più sapiente di me, e tu dicevi che ero io!» Esaminando dunque a fondo quest’uomo mi sembrò che quest’uomo sembrasse sapiente a molti altri e soprattutto a sé stesso, ma in realtà non lo fosse. E allora mi sforzai di dimostrargli che egli credesse d’essere sapiente, ma non lo fosse; e perciò mi inimicai lui e molti dei presenti. Così, andandomene via, pensavo tra me e me: «Io sono più sapiente di quest’uomo. Infatti temo che nessuno di noi due sa nulla di eccellente; ma costui crede di sapere chissà che e non sa, mentre io, come non so, non credo neanche di sapere. E perciò forse io sono almeno in questa piccola cosa più sapiente di lui: ciò che non so, neanche credo di saperlo».

E tu, sei un sapiente, un ignorante o un filosofo?

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